Un codice etico per la ricerca e l’utilizzo della tecnologia Gene Drive
Le tecnologie che dimostrano di avere un impatto rilevante per la nostra vita e promettono grandi cambiamenti sono sempre viste con un misto di aspettative e timori. Se da un lato i successi possono essere importanti, come la sconfitta di malattie, dall’altro si può temere che una tecnologia possa essere impropriamente utilizzata o che non si riesca a prevedere le conseguenze del suo utilizzo.
Un esempio di tecnologia che suscita un approccio misto di grandi aspettative e alcune indecisioni è il gene drive.
Il gene drive è un elemento genetico che aumenta la propria trasmissione nella progenie, permettendo quindi di aumentare di frequenza in una popolazione, generazione dopo generazione. È un fenomeno biologico naturale, e il suo utilizzo è stato pensato per controllare alcuni vettori di malattie, per esempio le zanzare che trasmettono la malaria. Le zanzare geneticamente modificate che contengono un gene drive possono essere rilasciate per ridurre il numero di zanzare in una regione e fermare così la trasmissione della malaria. I gene drive non sono stati ancora rilasciati in natura e sono in fase di ricerca, ottenendo risultati molto promettenti in laboratorio ed evidenze per un loro potenziale utilizzo fra una decina di anni in paesi dove la malaria è endemica, come la regione Sub-Sahariana.
La ricerca nel settore dei gene drive è anche un esempio bellissimo di ‘scienza responsabile’, ovvero ovvero quando gli scienziati che sono direttamente coinvolti nella ricerca e nello sviluppo di una data tecnologia, si impegnano anche nel definirne l’utilizzo, le precauzioni necessarie e ne propongono le finalità ultime per scopi benefici.
La pubblicazione sulla rivista CRISPR Journal di un ‘codice etico’ per la ricerca sui gene drive, di cui Greta Immobile, Ruth Müller e Alekos Simoni del Polo d’Innovazione Genomica Genetica e Biologia sono tra gli autori, ne è un esempio.
Il codice etico, rivolto a tutti ricercatori che lavorano sui sistemi gene drive, richiede di impegnarsi a lavorare nell’interesse dell’umanità, con rispetto per la dignità e i diritti umani, e tenendo sempre in considerazione la salute pubblica, la sicurezza e il rispetto ecologico. Si invita inoltre alla massima trasparenza nel discutere i potenziali rischi e benefici della tecnologia in un’ottica di responsabilità e chiarezza.
La stesura di un codice etico è non solo uno strumento utile, ma una dimostrazione di quanto la ricerca, e la scienza in senso lato, possano essere a disposizione del pubblico e siano impegnate a migliorare la vita delle persone, con grande maturità e senso di responsabilità.
Referenze
Annas, George J., Chase L. Beisel, Kendell Clement, Andrea Crisanti, Stacy Francis, Marco Galardini, Roberto Galizi, Julian Grünewald, Greta Immobile, Ahmad S. Khalil, Ruth Müller, Vikram Pattanayak, Karl Petri, Ligi Paul, Luca Pinello, Alekos Simoni, Chrysanthi Taxiarchi, and J. Keith Joung. 2021. “A Code of Ethics for Gene Drive Research.” The CRISPR Journal 4 (1): 19–24. https://doi.org/10.1089/crispr.2020.0096.
Immagine
Mon Oo Yee (University of Southern Denmark)